Riserva Naturale Valle Cavanata

SCHEDA AMBITO TERRITORIALE

La riserva naturale regionale Valle Cavanata si trova nel Comune di Grado in provincia di Gorizia, istituita con la L. R.42 nel 1996 ha una superficie di 330 ettari. l’area è stata riconosciuta di valore naturalistico europeo, la riserva infatti ricade all’interno del sito di Rete Natura 2000 quale Zona Speciale di Conservazione (già SIC Sito di importanza Comunitaria) e Zona di Protezione Speciale ZSC/ZPS IT3320006 “Valle Cavanata e Banco Mula di Muggia”.

La gestione della riserva è stata affidata con apposita convenzione al Comune di Grado, che assume così il ruolo di Organo gestore.
La riserva naturale fa parte del territorio del comprensorio lagunare regionale “Laguna di Marano e Grado”, uno degli ambiti paesaggistici più importanti, delicati e fragili di tutto il contesto regionale. Un paesaggio “anfibio” in equilibrio fra la terra ed il mare, tra dolce e salato, fatto di barene, velme, isolotti, canali, ghebi e paludi. Per quanto riguarda gli aspetti faunistici, motivo di speciale pregio naturalistico della riserva è la presenza avifaunistica che rende questa zona umida di valore internazionale quale habitat per gli uccelli acquatici ai sensi della convenzione di Ramsar (1971), come ufficializzato nel 1978 con Decreto Ministeriale.

La riserva naturale della Valle Cavanata è quanto rimane di una estesa opera di bonifica a fini agricoli attuata tra le due guerre, che ha interessato l’intera porzione orientale della laguna di Grado. L’intervento che causò la scomparsa di habitat umidi di notevole importanza tra la bocca lagunare di Primero e la foce dell’Isonzo, risparmiò la sola zona umida di 220 ettari della valle Cavanata. La riserva posta al limite orientale della laguna di Grado comprende oltre alla valle verso est l’antico Canale Averto, un prato, un boschetto, alcuni canneti, la spiaggia ed un tratto di mare.

che in epoche remote era uno dei rami deltizi del fiume Isonzo umidicostituita da una valle da pesca, non più

La Valle Canal Novo, un tempo utilizzata per l’allevamento ittico, si presenta come un’area lagunare, con specchi d’acqua e barene (formazioni lagunari che solo eccezionalmente vengono sommerse dalle acque), interdetta alla marea da arginature perimetrali.

La regolazione dei livelli idrici della valle è determinata dall’apporto di acqua dolce garantito da tre pozzi artesiani collocati nella parte orientale della valle e dalla regolazione delle due chiaviche principali che mettono in comunicazione la valle con la laguna.

Le chiaviche consentono essenzialmente di svuotare in laguna, durante le fasi di bassa marea, l’acqua presente in valle, regolando in questo modo i livelli degli specchi d’acqua interni secondo le esigenze del momento. La valle presenta diversi specchi d’acqua, il principale e più ampio presenta nella parte centrale livelli che compresi tra i 25 ed i 55 centimetri; gli specchi secondari presentano profondità inferiori (10-40, 15-45).

Morfologicamente sono presenti due fasce di terra, emergenti normalmente per circa 30 centimetri, sistemate col metodo della mazzuolatura con vasche per l’allevamento del pesce, occupanti ognuna circa un terzo della superficie della valle, poste una a est ed una ad ovest di un chiaro d’acqua.

Considerata la sua attiguità al centro abitato di Marano, nella Valle Canal Novo è stato realizzato il centro visite lagunare. Un proget- to-proposta innovativo e pilota nel panorama nazionale per la conservazione e la fruizione ambientale, promosso e realizzato dal Comune di Marano Lagunare di concerto con l’amministrazione regionale.

Concepito su modello dei “Wetlands Centres” anglosassoni, è dotato di alcuni edifici realizzati mantenendo la tipologia tradizionali dei casoni locali, con funzioni di servizi, ristoro, didattica e osservatorio sull’ambiente. La riserva naturale della Valle Canal Novo è un’area protetta dove oltre alla conservazione ambientale ed alla ricerca scientifica si prestano esclusive attenzioni alla conoscenza e fruizione naturalistica. Con moderne strutture, adeguati strumenti didattici e avanzate metodologie s’intendono offrire, nuove e straordinarie opportunità per conoscere più da vicino l’incantevole ambiente lagunare.

 

La valle ospita diversi tipi di vegetazione, in gran parte legati direttamente all’ambiente lagunare. La vegetazione ripariale, presente sulle rive dl Canale Averto comprende alcuni esemplari di pioppo nero Populus nigra e di farnie Quercus robur la quercia che più ama l’acqua. Spostandoci più verso il mare nelle parti boscate oltre al pioppo nero troviamo il pioppo bianco Populus alba ed il frassino ossifillo Fraxinus angustifolia. Particolarmente interessante è la vegetazione delle aree interessate da flutuazzioni del livello dell’acqua, dovuto alle maree, su cui s’insediano delle piante capaci di sopportare l’invasione dell’acqua salata. Tipiche formazioni lagunari caratterizzate da tali escursioni di marea sono le velme e le barene.

Sulle barene, “isolotti” sommersi dalle acque salmastre solo in occasione di alte maree sopra la norma, troviamo diverse specie di alofite come: Limonium vulgare/serotinum limonio comune, Spartina maritima sparto delle barene, Salicornia maritima, Arthrocnemum fruticosum salicornia fruticosa, Juncus maritimus, Artemisia caerulescens.

Sui fondali degli specchi d’acqua della valle oltre alle alghe, è presente la Zostera noltii zostera nana una delle specie tipiche che for- mano estese praterie sommerse nelle lagune altoadriariche.

Sulla spiaggia troviamo le piante psammofile, la specie più vistosa ed appariscente è senza dubbio la calcatreppola marittima Eryngium maritimum che forma grandi cespi spinosi che crescono in mezzo alla sabbia. Sono inoltre presenti Cakile maritima, Salsola soda e Salsola Kali.

Di seguito si riportano le specie incluse nell’allegato Il della Direttiva “Habitat” 92/43/CEE nessuna

 

La Riserva presenta una situazione ambientale caratterizzata da situazioni molto differenti che garantiscono un notevole livello di biodiversità. La presenza di specchi d’acqua a differente concentrazione alina, di zone di marea, di piccoli tratti di barena, di sistemi di argini colonizzati da vegetazione arbustiva, di piccoli lembi di canneto, di una zona di spiaggia e di un tratto mare comporta infatti una notevole diversità ecologica delle aree sottoposta a tutela e ciò si riverbera in un alto livello di diversità specifica faunistica. Un mosaico variegato di habitat cui corrisponde una altrettanto varia presenza di entità biologiche.

Tra i numerosi invertebrati presenti ci sono 3 specie di interesse comunitario incluse negli allegati della Direttiva Habitat (92/43/CEE): il bivalve Pinna nobilis, Zerynthia polyxena presenta segnalata regolarmente durante gli sfarfallamenti primaverili (aprile) e Coenonympha oedippus una farfalla legata alle zone umide e molto rara in tutta Europa.

Per quanto concerne l’ittiofauna le informazioni disponibili non consentono di stilare una check-list completa delle specie presenti.
Quattro sono comunque le specie d’ittiofauna d’interesse comunitario segnalate per il sito: Allosa fallax, Aphanius fasciatus, Knipowitschia panizzae e Pomatoschistus canestrini.

Per quanto riguarda gli Anfibi nove sono le specie di interesse conservazionistico segnalate nel ZSC della Valle Cavanata e Banco Mula di Muggia, sei sono le entità incluse negli allegati Il e IV della Direttiva Habitat Triturus carnifex, Bombina variegata, Bufo viridis, Rana esculente, Rana dalmatina, Rana Latastei. Per quanto concerne i Rettili 12 sono le specie segnalate per il sito, nove sono quelle incluse negli allegati Il e IV della Direttiva Habitat e precisamente Emys orbicularis, Caretta caretta, Lacerta bilineata, Lacerta viridis, Podarcis muralis, Podarcis sicula, Hierophis viridiflavus, Natrix tessellata e Zamenis Longissimus.

Per quanto concerne i mammiferi, sono relativamente pochi i dati di presenza riferiti al sito, in particolare per la microteriofauna Nell’area non sono di fatto presenti mammiferi terrestri di interesse comunitario elencati nell’Allegato Il della Direttiva Habitat, altre specie di mammiferi tuttavia sono importanti e talvolta comuni in ambienti aperti, in aree prative, in ambiente agrario, in aree umide e in quelle boschive, tutte tipologie rilevate nel sito.

Tra i macromammiferi sono sicuramente presenti Inoltre di recente si sono insediati Sus scrofa, Capreolus capreolus Meles meles, Vupes vulpes, Lepus europaeus.e Sciurus vulgaris. Notevole e problematica è la popolazione di Myocastor coypus, entità alloctona comparsa negli ultimi vent’anni.

 

l’area ZSC/ZPS di Valle Cavanata, comprendente anche untratto di mare antistante, ospita un’avifauna molto ricca, rappresentativa delle popolazioni che, nel loro complesso, frequentano le aree umide costiere del Friuli Venezia Giulia.. La check-list riportata sul Piano de Gestione (2012) elenca 265 specie presenti tra nidificanti, svernanti, migratrici e accidentali, 169 non passeriformi e 96 passeri- formi, 90 sono le specie inserite nell’allegato | della Direttiva 2009/147/Ce “Uccelli”.

Come avviene anche per le aree lagunari complessivamente considerate, di cui la Valle Cavanata rappresenta l’estremità più orientale, anche tale zona, asuo tempo riconosciuta quale sito Ramsar, era da considerarsi anzitutto rilevante per le specie e popolazioni migranti e svernanti; secondariamente anche per quelle nidificanti. Quest’ultima componente è tuttavia in fase di crescente rilevanza, per l’evoluzione e la diffusione di alcuni habitat ed a seguito di interventi gestionali mirati.

l’area svolge specialmente il ruolo di “zona di rifugio” o roost per molte specie di Anatidi (ed altre specie di uccelli acquatici), cacciabili e non, che utilizzano, a seconda dei casi, le ore notturne o diurne per l’alimentazione, in tutto o in parte reperita anche al di fuori del bacino vallivo stesso che, essendo compreso nella Riserva naturale è interamente vietato all’attività venatoria.

Notevole rilevanza per l’avifauna ha avuto la realizzazione di una zona umida d’acqua dolce, lungo il margine occidentale della Valle, in un’area precedentemente coltivata. La creazione di tale bacino, uno specchio d’acqua dolce mantenuto libero dal pascolo delle oche selvatiche e circondato dal canneto ha consentito l’insediamento e la diffusione, come nidificanti, di varie specie quali il Tuffetto, il Tarabusino, l’Airone rosso e diversi passeriformi di canneto.